Reynisfjara, la numero uno spiaggia nera al mondo

Reynisfjara Beach, Iceland

Nero totale

L’immensa spiaggia nera di Reynisfjara tra le spiagge nere al mondo è la più magica e misteriosa. Il luogo è frutto dell’erosione di detriti di origine vulcanica e ceneri di colate laviche, come molte destinazioni di interesse nell’isola dei trolls, ma questo luogo supera ogni immaginazione. 

L’isola intera è destinazione negli ultimi anni di un turismo intenso, purtroppo. Nonostante questo la maggior parte dei suoi panorami naturali donano ai visitatori un’immersione totale in un ambiente ancora intatto e stupefacente.

Resterete attoniti davanti alle colonne di basalto, mura allineate a sovrastare una spiaggia di sassi e sabbia di cui troverete a fatica uguali. Questi pilastri naturali fecero da modello per la costruzione della chiesa di Hallgrímskirkja, a Reykjavik all’architetto Guðjón Samúelsson, ed è notevole l’evidenza dell’esempio. Ai piedi delle rocce respirerete un senso di potenza incredibile e non a caso questo luogo è indicato come un viaggio di ritorno alle nostre origini primitive.

Il panorama è allargato dalla spiaggia ai due faraglioni Reynisdrangar: la leggenda racconta che due troll furono trasformati in pietra quando furono sorpresi dalla luce del sole all’alba, mentre cercavano di trafugare una nave. Sopra di noi una colonia di uccelli marini ci sorprende con versi acuti: pulcinelle di mare, anatre e gabbiani sono l’unico rumore nel luogo, col sottofondo del rumore di forte risacca. Un mare dalle acque gelide ed imprevedibili da cui ci consigliano di star lontani, perché pericoloso: si è già trascinato al largo qualche turista incauto in passato.

L’erosione del vento ha creato alcune mitiche grotte e la cinematografia ne ha sfruttato l’inquietante bellezza, inserendole in alcuni film come “Noah” di Russell Crowe (nella grotta di Raufarholshellir Anthony Hopkins ha interpretato il ruolo del padre del protagonista) e nella serie TV americana Trono di Spade (luogo d’approdo di Jon prima di arrivare a Forte Orientale). 

Davanti alla grandezza di questo luogo mistico, si resta impressionati da un profondo senso di rispetto. La nostra guida, un gentiluomo locale (consiglio di scegliere sempre una guida professionale del posto se avete buona conoscenza della lingua inglese) ci ha introdotto alla conoscenza delle tradizioni e gli usi degli eredi del popolo vichingo. 

Tra le cose che ho portato con me di ritorno dal viaggio c’è un sentimento di pura invidia rispettosa per questo popolo nordico, che subisce a fatica l’inserimento in un mondo dedito al consumismo. 

Il paese va visitato rispettandone l’identità e le usanze, facendo in modo di non rovinare un delicatissimo habitat naturale da lasciare intatto ai nostri eredi.

Un viaggio in Islanda, come le ciliegie, tira l’altro.

Come arrivare:

Il viaggio è stato reso possibile grazie a WOW AIR.

  • All’aeroporto di Keflavik (KEF) prendere un’auto a noleggio e dirigersi al sud dell’isola. Il paese più vicino alla spiaggia è Vik (10 minuti) che si trova a circa 200 km. da Reykjavik, circa due ore di autostrada.
  • Via mare: navi dalla Danimarca, dalle Isole Faeroe o da Bergen (Norvegia) al porto di Reykjavik poi in auto o bus.

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