Innamorarsi di Capri

Innamorarsi a prima vista di Capri è cosa facile. Il suo profilo con le alte cime, gli altopiani interni e le coste frastagliate fanno intuire la presenza di una comunità abituata alla bellezza paesaggistica. Le sue grotte, le scogliere e le cale furono scelte, nella storia, come sede di ville sontuose costruite all’epoca romana.

Situata tra il golfo di Napoli e quello di Salerno, i suoi centri abitati principali sono Capri, Anacapri e Marina Grande a cui va aggiunta Marina Piccola che si trova sul versante opposto dell’isola. Su Capri e Anacapri c’è molto da scrivere, dato che le due comunità vissero a lungo un eterno antagonismo, dato anche dalla conformazione del territorio: Capri sul mare con due punti di approdo, Anacapri situata invece sui monti priva della possibilità di essere raggiunta dal mare. 

La vegetazione è mediterranea, con ginestre, fichi d’India ed agavi e le specie animali sono quelle presenti sul continente, con l’eccezione di una rara lucertola azzurra che vive su uno delle meraviglie dell’isola, il Faraglione di Fuori (chiamato anche Scopolo).

Duemila anni fa, durante gli scavi prodotti dai romani per la costruzione delle loro dimore, vennero alla luce dei reperti e tracce di vita risalenti all’età della pietra, che furono documentati e diedero inizio all’interesse dell’imperatore Augusto, in quanto avvennero nella sua stessa casa, Palazzo a Mare, che divenne sede di un primo museo. In seguito avvennero ritrovamenti di resti di animali estinti dalle ossa enormi, risalenti al Quaternario. Questo è possibile grazie al fatto che l’isola è di formazione carsica ed era unita alla penisola sorrentina. I romani resero l’isola una residenza di villeggiatura. Qui oltre alla fortezza di Tiberio fu costruito il palazzo di Augusto e alla sommità della Scala Fenicia una villa imperiale che diventò poi Villa San Michele di Axel Munthe, medico svedese, oggi visitabile con i suoi magnifici giardini. Tra le ville più importanti Villa Jovis con le sue cisterne d’acqua, e Damecuta.

Ai romani seguirono i greci che nominarono Capri come patria delle Sirene. Grazie alla conformazione naturale  dell’isola,  di cui Omero scrisse nell’Odissea, Ischia con Capri furono scelte dai greci come insediamento in seguito a una colonizzazione a partire dal VIII secolo a.C. I greci furono anche i realizzatori della Scala Fenicia, strada tortuosa e ripida che congiunge il porto ad Anacapri, che non fu opera dei fenici nonostante il nome.

Nel Medioevo, dopo un passaggio dallo Stato Napoletano al dominio di Amalfi, l’isola subì un lungo periodo di abbandono e impoverimento, restando sempre divisa tra le due realtà di Capri e Anacapri, mare e montagna. Soggetto di scorrerie da parte di pirati e dei musulmani, fu saccheggiata e incendiata nel 1535 dallo spietato Kheir-el-Din, soprannominato Il Barbarossa. Avvenne un passaggio di proprietà dagli Spagnoli ai Francesi, poi agli Inglesi e finalmente subentrò uno stato di pace apparente. Apparente perché l’isola a quel tempo fu saccheggiata e devastata delle sue ricchezze.

A partire da inizio ‘900 Capri divenne meta di artisti internazionali come Marguerite Yourcenar, Pablo Neruda e Curzio Malaparte (tra i molti) e divenne soggetto di testimonianze importanti che ne portarono la fama nel mondo intero. L’isola fino a quel momento viveva di produzione di vino, corallo e seta che purtroppo scomparirono. 

Ho visitato Capri e scattato le immagini in un novembre cupo, ma il mare e i riflessi di cielo sull’acqua sono comunque luminosi. Posto da visitare sull’arco di tutto l’anno, indimenticabile.

Capri

Come arrivare:

  • Aeroporto: Napoli (NAP) poi in traghetto da Molo Beverello e Calata di Massa. Raggiungibile via mare da Napoli, Sorrento, Positano, Amalfi, Salerno e Ischia. Lo sbarco di mezzi a motore da parte dei non residenti è permesso solo durante i mesi invernali (novembre – Pasqua).
  • Treno: stazione di Napoli, poi come sopra.

 Da vedere:

  • La Grotta Azzurra
  • La Piazzetta
  • Villa Jovis
  • Punta Carena e il Faro

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